Wednesday 7 November 2007

Gloomy sunday - la canzone dei suicidi

Scritta nel 1933 da Rezsô Seress, un malinconico pianista e compositore semifallito nato in Ungheria in 1899.

Nessuna delle sue composizioni riusciva ad impressionare i produttori francesi, ma Seress continuava ad inseguire il suo sogno. Le sue aspirazioni artistiche seguite da scarsi risultati erano causa di continue discussioni con la sua fidanzata; portarono alla definitiva rottura dopo una lite furibonda, nel 1933.Il giorno dopo la lite - una domenica - , Seress era seduto al piano, nel suo appartamento. Fuori dalla finestra un cielo plumbeo, il panorama di una Parigi grigia e bagnata da una pesante pioggia, sembrava la fedele espressione esteriore del malessere che lo accompagnava dopo la rottura con la fidanzata. Cominciò a suonare. Una melodia lenta e malinconica, dove ogni nota si incupiva dell'alone di infelicità che aleggiava intorno a Seress. A gloomy sunday.

La struggente melodia fu messa su pentagramma e inviata, con più speranza del solito, ad uno dei tanti produttori che lo avevano già rifiutato in passato. Dopo un primo rifiuto perché "ha un ritmo e una melodia molto strana e deprimente", fu mandata ad un altro produttore, e fu finalmente accettata. La canzone fu presto distribuita in tutti i paesi del mondo, e Seress ne era entusiasta.

Un paio di mesi dopo la pubblicazione, cominciarono a verificarsi una serie di strani eventi, che in qualche modo erano collegati alla nuova canzone.

A Berlino un giovane chiese ad un gruppo di suonare Gloomy Sunday, e alla fine dell’esibizione l’uomo andò a casa e si fece saltare la testa con un revolver, dopo essersi lamentato con la famiglia del fatto che si sentisse terribilmente depresso dopo aver sentito la melodia di una canzone che non riusciva a togliersi dalla testa. La canzone era Gloomy Sunday.

Una settimana dopo nella stessa città una giovane commessa fu trovata impiccata nel suo appartamento. La polizia, che si occupò delle indagini, rinvenne nella stanza della ragazza suicida lo spartito di Gloomy Sunday.

Due giorni dopo quella tragedia, una giovane segretaria di New York si uccise asfissiandosi con il gas, e in una nota chiese che Gloomy Sunday fosse suonata al suo funerale.

Qualche settimana più tardi un altro newyorkese 82enne si buttò dalla finestra del suo appartamento dopo aver suonato la stessa canzone al pianoforte.

Contemporaneamente un adolescente a Roma, dopo aver sentito la canzone, si uccise gettandosi da un ponte.

I giornali di tutto il mondo cominciarono a riportare altre morti associate alla canzone di Seress. Un giornale parlò del caso di una donna in North London, che teneva a tutto volume una registrazione di Gloomy Sunday, facendo infuriare e spaventando i vicini, che avevano sentito delle fatalità collegate alla canzone. La puntina si incantò in un solco, e lo stesso pezzo di canzone continuò a suonare ripetutamente… bussarono invano, poi decisero di forzare la porta e trovarono la donna morta sulla sua poltrona, in overdose da barbiturici.

Nei mesi successivi continuarono a verificarsi morti che in qualche modo potevano essere collegate a Gloomy Sunday, e questo portò la Bbc a proibirne la diffusione via radio.

In Francia lo stesso Seress si trovò a vivere in prima persona i nefasti effetti della sua creazione. Scrisse alla sua ex fidanzata, cercando una ricociliazione. Pochi giorni dopo gli arrivò la tragica notizia. Seress apprese dalla polizia che la sua amata si era avvelenata. Accanto al suo corpo, fu ritrovato uno spartito di Gloomy Sunday.

Lo stesso Seress morì gettandosi dall'ultimo piano di un palazzo a Budapest nel 1968.

Dopo la prima versione di Seress, il testo fu scritto da László Jávor con un tono più doloroso e malinconico, per poi assumere la forma definitiva in inglese nelle parole di Sam M. Lewis, che aggiunse una terza strofa tesa a dare alla canzone un tono più sognante e meno lugubre, anche per levarle di dosso la già cupa fama che l'accompagnava. Negli Stati uniti e in Inghilterra si dice ci furono ben 200 suicidi dovuti all'ascolto della versione di Billie Holiday nel 1941.


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