Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
scommetto l'avrete già sentita, tutti.
Valerio Catullo è un must, un poeta, un artista, un maestro..........ognuno poi si crea la sua idea...anche se purtroppo ai più rimarrà in mente per la metafora del passero e di Lesbia che gioca col passero.....
io invece lo riconduco a queste due frasi, all'odi et amo.......al rapporto di odio/amore che vive per la sua Lesbia, che invece non lo vuole e si diverte in giro a prescindere dal povero Catullo che soffre.......ma ogni tanto gli da il contentino e se lo tiene buono...e lui la odia, e vuole dimenticarla, vuole renderla indifferente, vuole abbandonarla al passato...e invece ci ricasca ogni volta quando lei probabilmente lo guarda con i suoi occhioni dolci e gli fa portare avanti un'eterna illusione(sto sempre parlando di Catullo sisi).....
beh io pensavo di averlo capito già anni fa.......ora mi rendo conto che all'epoca capivo la componente dell'amore, un pò meno quella dell'odio(io sono una persona buona,non odio quasi mai nessuno, odiare è troppo impegnativo)........ora invece ho proprio l'impressione di aver capito....sono molto carente in latino, ma mi farebbe comunque piacere andarmi a bere un caffè con Vale, compagno di sventure, soprattutto per sapere com'è fiita, sapere come uno se ne esce....com'è finita con la sua puella.......magari qualche dritta me la da...........intanto continuo a coltivarlo io per lui, l'odi et amo,il ti odio(anche se solo poco poco...non si odia ciò che si ama) e ti amo........il come possa fare ciò, come sia possibile..........e magari io una risposta mi darò...ma il tormento, quello rimane (quanto sono traggggica!)
e per concludere un passo più sereno di Catullo.........in cui l'odio sembra lontano lontano.....e Lesbia e catullo un tutt'uno......amore che aleggia, l'amore che nessuna malattia infetta, e nessuna spada distrugge!!!!
Viuamus, mea Lesbia, atque amemus,
rumoresque senum seueriorumomnes
unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt;
nobis cum semel occidit breuis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum;
dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut ne quis malus inuidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
ovvero
Viviamo ed amiamoci, o mia Lesbia Le chiacchiere dei vecchi troppo seri Stimiamole tutte due soldi. Il sole può tramontare e risorgere, Ma noi, quando la nostra breve luce si sarà spenta una volta Dovremo dormire una notte sola, infinita. Dammi mille baci e quindi cento E poi altri mille, e poi altri cento E poi di seguito altri mille e quindi cento. Quando saranno migliaia confonderemo il conto Per non sapere, o per evitare il malocchio di un invidioso Quando saprà quanti baci ci siam dati"
Catullo è stupendo! mi piace moltissimo!
ReplyDeletevero???anche a me!tantissimo!!!!peccato che lo studio scolastico spesso lo sminuisca!
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