passando a cose serie dopo tutti questi flussi di coscienza assurdi, la seguente è una riflessione sul caso Mary Bell...caso taciuto e molto discusso al contempo...qua in Italia non ne avevo mai sentito parlare...in Inghliterra viene invece discusso e contestato dal momento che fa emergere quelli che sono diverse tematiche affrontate inadeguatamente dal sistema giudiziario inglese che, come quello americano, ancora si serve del cosiddetto "processo spettacolo" in cui compare la cinetograficamente nota giuria di persone comuni e assolutamente setrne alla vicenda discussa, che delibera il verdetto finale di colpevolezza o innocenza, sulla base degli indizi presentati dagli avvocati di parte e controparte...
io ho scoperto questa vicenda un pò a caso, merito di mia mamma che senza libri non vive, e da qualche mese mi ha fatto scoprire una nuova autrice: Gitta Sereny, che descriverei come una quasi spietata indagatrice dell'animo umano e del conflitto interiore che deve esistere nel subconscio di chi commette certe azioni, o meglio, delitti...avevo già letto di suo "in quelle tenebre" in cui la discussione era intorno ai pensieri e al conflitto psicologico de Franz Stangl, incaricato della "gestione" se così si può dire,dei campi di concentramento di Sobibor e in seguito di Treblinka...
se già trovai quella narrazione agghiacciante, sotto molti aspetti non è nulla riguardo al caso di Mary Bell...Mary Bell: la bambina che a dieci anni uccide per strangolamento due bimbi di 3 e 4 anni...
ho letto la ricostruzione dei due omicidi, ho letto lo svolgimento del processo, ho letto il contesto in cui Mary era cresciuta e vissuta, e ho letto le considerazioni di Mary donna adulta con una sua figlia per la quale sacrificherebbe la sua vita...
riassumere in qualche riga il contenuto di almeno 300 pagine di dialoghi e racconti probabilmente non desta lo stesso interesse, ma, anche per un lettore assolutamente ignorante sulla vicenda, la riflessione dovrebbe sorgere spontanea: un adulto che uccide un bambino è disgustoso, vigliacco, repellente, merita tutte le sofferenze del mondo e la privazione di qualsiasi rispetto...ma un bambino che uccide un bambino come lo si giudica?o meglio: come si valuta l'atto compiuto?...si può far valere la stessa giustizia che si applicherebbe ad un adulto assolutamente responsabile delle proprie azioni e conscio della malvagità della sua azione?
inizialmente provavo per quella bambina un certo fastidio, la recepivo come arrogante, perfettamente in grado di capire ciò che aveva fatto, si insomma di fondo malvagia!
D'altronde ho un fratello di 10 anni, che, anche se alla James Bond gioca a uccidere il mondo intero, non sarebbe proprio in grado di concepire un'azione così crudele...
poi i miei sentimenti si sono evoluti, che a lettura conclusa ammetto di aver anzi sviluppato una sorta di simpatia, nochè di tenero affetto per quella bimba...quella bimba che si scopre aver avuto una madre prostituta che obbligava anche la figlia a prostituirsi, la picchiava per vezzo, e non le ha mai insegnato il valore e la fragilità della giovane vita di un bambino....
a dieci anni una personalità non è creata, non è ancora stato forgiato il carattere, l'educazione è ai primi stadi, non si ha ancora un chiaro punto di vista...e soprattutto la morte è percepita in maniera estremamente diversa da qualcuno di più grandicello, soprattutto per quanto riguarda la sua irreversibilità...ricordo a 6 anni quando morì un mio zio di tumore...nemmeno io là capivo cosa succedeva...tutti piangevano, tutti erano tristi, soprattutto mia zia, e io non capivo che lo zio non sarebbe tornato mai più....mi sembrava una cosa temporanea, o comunque una cosa che poteva essere cambiata...
Mary sapeva di aver ucciso Martin e Brian, ma non sapeva che erano definitivamente morti...vedendo Martin inerme, raccontò dopo al processo, il suo pensiero era che per l'ora del tè sarebbe di nuovo stato a posto..
ed embematica è stata per me la sua dichiarazione riguardo al tema della morte: l'unica morte che aveva conosciuto Mary fino ad allora era stata quella del suo cane, morto di sera "fatto resuscitare" da suo padre il giorno dopo...il suo cane è morto tre o quattro volte...per me in questa fare è racchiusa forse la spiegazione più grande...e chiudo così la mia riflessione...senza la pretesa o la presunzione di aver trovato un elemento di difesa schiacciante per la piccola assassina Mary, ma ponendo l'accento su una di quelle cose che costantemente mi portano a riflettere: i punti di vista!